Design biofilico: come la natura ispira l'architettura esterna (anche le coperture solari)

Siamo istintivamente attratti dalla bellezza della natura.

Il suono del vento tra le foglie e la luce che filtra e disegna giochi mutevoli di luci e ombre, ci regalano un profondo senso di benessere, calma e pace.

Questa profonda connessione con il mondo naturale – dal quale troppo spesso e troppo in fretta ci siamo allontanati per rifugiarci nel cemento dei grandi centri urbani – ha un nome: "biofilia".

È un concetto reso celebre dallo scienziato E.O. Wilson, che suggerisce come in noi esseri umani esista una tendenza innata, quasi scritta nel nostro DNA, a cercare un legame con la natura per il nostro benessere. In un mondo sempre più urbanizzato, dove passiamo gran parte del nostro tempo al chiuso, questa connessione rischia di affievolirsi.

Ed è qui che entra in gioco il design biofilico: non una semplice moda passeggera o l'aggiunta di qualche pianta qua e là, ma una vera e propria filosofia progettuale.

L'obiettivo? Creare spazi, sia interni che esterni, che non solo si ispirino alla natura, ma che la integrino attivamente, migliorando la nostra salute fisica e mentale.

Applicare i principi biofilici all'architettura esterna significa vedere gli edifici non più come semplici gusci funzionali, ma come organismi che dialogano con l'ambiente. La natura stessa diventa la principale fonte di ispirazione, guidando forme, materiali e l'integrazione di elementi vivi.
Il design biofilico porta la progettazione e il garden design a un altro livello: pareti che diventano giardini verticali, tetti che si trasformano in oasi verdi. Come nel Bosco Verticale a Milano, le cui facciate ospitano una vera e propria oasi di biodiversità, contribuendo a migliorare l'aria e a creare un microclima più piacevole.

Verde, certo, ma anche luce e ombra, materiali e texture autentiche, e forme che parlano il linguaggio della vita. L'orientamento dell'edificio e il design delle facciate sono studiati per massimizzare i benefici della luce solare, creando al contempo ombreggiature che regalano comfort e bellezza. Le schermature solari, in quest'ottica, diventano strumenti per "dipingere" con la luce, trasformando gli ambienti.

L'architettura biofilica spesso predilige forme organiche, linee curve e sinuose che richiamano quelle presenti in natura – pensate alle geometrie frattali che ritroviamo in un fiocco di neve, in una felce o in una conchiglia. L'opera di Gaudí, con le sue strutture fluide antesignane, ne è un magnifico esempio storico.

Quando questi elementi lavorano insieme – la luce dinamica, il verde che cambia con le stagioni, i materiali che "vivono" e le forme armoniose – gli edifici smettono di essere statici.
Diventano sistemi dinamici, che interagiscono con noi e con l'ambiente, un po' come organismi viventi.

Anche le coperture solari, in questa visione, si evolvono. Non più semplici barriere contro il sole cocente, ma alleate preziose per modulare la luce naturale, migliorare il benessere e rafforzare il nostro legame con l'esterno, traendo spunto dalle ingegnose soluzioni della natura stessa.

I benefici? Oltre a un significativo risparmio energetico, grazie alla minore necessità di raffrescamento artificiale, si ottiene un comfort visivo e termico superiore. Ambienti più piacevoli, dove la luce è gestita con intelligenza e bellezza.

Le schermature solari biofiliche non vogliono solo bloccare il sole.
Mirano a gestire la luce per ridurre l'abbagliamento, creare ombre piacevoli e pattern luminosi che cambiano durante il giorno, il tutto mantenendo una forte connessione visiva con l'esterno.
Queste strategie naturali ispirano soluzioni architettoniche innovative: facciate che si "muovono" con il sole, come nelle spettacolari Al Bahr Towers ad Abu Dhabi, o strutture che mimano la leggerezza e l'efficacia filtrante di elementi naturali.
La vegetazione stessa, come abbiamo visto, può agire da efficace sistema di ombreggiamento: pensiamo a facciate ricoperte di verde o pergole avvolte da rampicanti profumati. Materiali naturali come il bambù, utilizzato per creare schermi leggeri e permeabili, o il legno per lamelle orientabili, contribuiscono a creare comfort e un'estetica profondamente biofilica.

Il design biofilico, applicato agli esterni degli edifici e alle soluzioni di schermatura, è molto più di una scelta stilistica. È un approccio fondamentale per creare ambienti che ci facciano stare bene, che siano stimolanti e, non da ultimo, sostenibili. Si tratta di immaginare un futuro in cui architettura e natura convivono in una relazione armoniosa, quasi simbiotica.

E in questo dialogo tra interno ed esterno, tra comfort e natura, come non pensare al ruolo fondamentale delle coperture solari? Una tenda da sole di design, scelta con cura, diventa essa stessa un elemento biofilico: modula la luce naturale, protegge senza isolare, estende lo spazio vivibile verso l’esterno, creando oasi di benessere.

Permette di godere dei benefici della vita all'aperto, mitigando il calore eccessivo e creando pattern di luce e ombra che arricchiscono l’esperienza. Proprio come la natura insegna.
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